Il primo amore non si scorda mai? Ma si, il primo o l’ultimo, si scordano tutti, ma il primo viaggio in solitaria quello no, non si scorda davvero mai.
Come puoi dimenticare quella sensazione di ansia che ti contorce lo stomaco poco prima di partire?
o il senso di libertà che respiri appena messo piede a destinazione?
Non so cosa spinga le persone a decidere di intraprendere un viaggio in solitaria, per me è stato semplicemente il caso, o il destino, chissà.
Colei che doveva essere la mia compagna di avventure mi abbandona poche settimane prima della partenza, così ho inserito la mia vita e le mie paure in una valigia e mi sono lanciata in quella che si è rivelata essere la più bella esperienza della mia vita.
Immaginate di trovarvi catapultati in un’altra realtà, in una delle metropoli più popolose del mondo, con una lingua sconosciuta, caos, smog e gente.
Gente ovunque.
Benvenuti a Shanghai.
Come inizia il mio primo viaggio in solitaria
Siamo nel lontano Marzo del 2018, la perla d’oriente mi accoglie con un clima primaverile ed un atipico cielo azzurro.
Appena scesa dal taxi che doveva condurmi in albergo l’autista blatera qualcosa in cinese, sorride, mi saluta e va via.
Comincio a guardarmi intorno e del mio albergo neanche l’ombra, ecco il panico, “Dani stai calma c’è sempre maps”.
Ah no, io e maps non siamo mai andati molto d’accordo e in quel momento tutte le indicazioni diventano incomprensibili, ti è mai capitato? Credo di averci messo un buon quarto d’ora prima di capire che ciò che l’autista mi aveva blaterato con il suo sorriso, era semplicemente che l’albergo si trovava in una strada pedonale, esattamente di fronte a me.
Sospiro di sollievo, il mio viaggio può iniziare.
Shanghai: tra passato e futuro
Dopo una prima fase un po’ tentennante Shanghai mi mette subito a mio agio.
Il mio albergo si trova nella centralissima Nanjing Road, la più importante via commerciale della città.
Mai scelta fu più azzeccata per poter stare in giro fino a tardi da sola, d’altronde Shanghai è una città che non dorme mai ed è la sera che da il meglio di se.
Infatti, dopo un pit stop rigenerativo in albergo, è con le luci della notte che do il via alla sua scoperta, percorro tutta Nanjing road, scontrandomi spesso con la miriade di persone che la affollano, e arrivo sino al Bund , il viale che costeggia la riva del fiume Huangpu.
Quì possiamo ammirare uno degli skyline più iconici del mondo.
Quì, rimango letteralmente senza fiato.
La vita a Shanghai scorre a tutta velocità, eppure alle prime luci dell’alba persone di tutte le età si riuniscono nel lungofiume per praticare l’antica arte marziale del thai chi. Le donne si allenano con le loro danze tipiche accompagnate dai ventagli, e ancora, possiamo trovare gli amanti del taijiquan che volteggiano lentamente con le loro spade. Un risveglio dell’anima non indifferente sia per chi lo pratica che per chi assiste a questo spettacolo.
Dedico la giornata a scoprire la parte vecchia della città, il quartiere di Nanshi ,un labirinto di vicoli e stradine strette dove ancora si percepisce l’aria di quell’antica città che sembra ormai persa tra grattacieli e luci al neon.
La Shanghai vecchia ospita inoltre uno dei capolavori dell’arte paesaggistica cinese, il Giardino del mandarino Yu, dichiarato Monumento Nazionale. Faccio ciò che più mi piace fare, mi perdo in quei vicoli, mangio cibo di strada , scopro un nuovo mondo.
Prima di partire non avevo fatto nessun itinerario nè prenotato nulla, cosa davvero insolita per me, fortunatamente Marzo era un mese che permetteva grande libertà per quanto riguarda un viaggio in Cina, il turismo occidentale in quel periodo era veramente minimo quindi si trovava facilmente posto in qualsiasi struttura o in treno senza bisogno di prenotare.
Trascorro a Shanghai quattro notti , vivendola con calma e diventando una grande esperta della sua rete metropolitana, davvero tra le più efficienti e semplici che abbia mai visto.
L’ultimo giorno lo dedico alla visita di Zhujiajiao, incantevole città sull’acqua a circa 50 chilometri di distanza.
Zhujiajiao: la Venezia d’Oriente
Da queste parti le città sull’acqua sono davvero tante e facilmente visitabili anche con delle visite guidate. Zhujiajiao è tra le più grandi ed ha almeno 1700 anni, è attraversata da 36 ponti di legno e viene soprannominata la “Venezia d’Oriente” anche per la presenza delle sue tipiche imbarcazioni fluviali, i sampan.
Quì ci si ritrova catapultati non solo in un altro mondo ma soprattutto in un’altra epoca. Una giornata in quella Cina autentica ,con botteghe artigiane, cibo tipico e terrazze che si affacciano sul fiume.
Al mio rientro a Shanghai saluto per l’ultima volta il Bund, con un pò di tristezza nel cuore e mi preparo al viaggio che mi aspetta l’indomani.
In viaggio verso la fredda Pechino
Sveglia presto, mi aspettano quattro ore di treno per raggiungere Pechino.
Quasi non mi sembra vero di essere lì, da sola, dall’altra parte del mondo a districarmi fra stazioni enormi, treni e distanze di migliaia di chilometri da percorrere.
Ma sono proprio io e stò vivendo finalmente un sogno, il mio primo viaggio in solitaria.
In biglietteria riesco a trovare un posto in seconda classe in partenza a breve e lo prendo al volo. Quattro ore di paesaggi incredibili e mi ritrovo nell’immensa capitale della Cina.
A Pechino il clima è decisamente più freddo,non solo “meteoricamente” parlando, le persone mi guardano con diffidenza, quasi non mi considerano, quì comincio a sentire un pò di solitudine nonostante sia circondata da milioni di persone.
La città però ha un cuore caldo che mi conquista subito.
Ci sono talmente tante cose da fare e vedere che quasi non so da dove iniziare.
Decido di partire da Piazza Tienanmen dove si trova la grande porta d’ingresso alla Città proibita, lì mi aspettano una fila non indifferente e controlli con il metal detector quasi fossimo in aeroporto. Una volta entrata mi sento come dentro un film, hai mai visto “L’ultimo Imperatore” ?
Il capolavoro di Bertolucci racconta la storia incredibile di Pu Yi, ultimo imperatore della Cina, incoronato a soli tre anni, ecco mi sento proprio dentro quel film.
La sua visita mi prende praticamente tutta la giornata. Esco da lì che il tramonto comincia a fare capolino, sono stravolta ma felice.
I giorni successivi li dedico al Tempio del Cielo, al Palazzo d’estate residenza estiva degli imperatori, a scoprire gli hutong di Jumen ,nella vecchia Pechino dove venditori ambulanti preparano cibo tipico, nella caotica zona pedonale di Wangfujing, la via dello shopping più affollata della città, anche quì all’interno dei suoi vicoli si trovano cibo di strada e negozi di souvenir. Le mie giornate scorrono piene di meraviglie, non c’è stato un attimo in cui mi sia pentita di aver affrontato quel viaggio in solitaria.
Lascio all’ ultimo giorno quella visita che sognavo da tempo, finalmente avrei camminato sulla Grande Muraglia.
Nell’ innevata Muraglia Cinese
Per evitare che qualcosa andasse storto, decido di organizzare la mia visita con Get your guide mio fedele amico durante i miei viaggi. Scelgo la sezione di Mutianyu distante 75 chilometri ed in poco più di un’ora e mezza io ed il mio gruppo arriviamo a destinazione.
Il freddo mese di Marzo mi regala una delle viste più belle della mia vita, troviamo la Grande Muraglia completamente innevata.
Certo non è stato facile salire e scendere quei gradini con strati ghiacciati di neve, ma di sicuro è stato tutto più magico.
Questa mia avventura si conclude così, con le mani gelate ed il cuore colmo di gioia.
Sembra passata una vita da quell’insolito viaggio in quella terra lontana così ricca di storia.
Continuo a chiedermi se mai i miei piedi cammineranno nuovamente in quelle strade, se i miei occhi potranno ammirare tutto ciò che avevano lasciato in sospeso, io spero un giorno di poter tornare lì e ringraziarla per tutto ciò che mi ha dato.
Ho scritto questo articolo per raccontarti un pò di me, quindi grazie se sei arrivata/o sino alla fine del racconto, spero che possa esserti d’ispirazione.
Che sia in Cina o no buon viaggio anima solitaria.